L’uomo della strada senese non è necessariamente un intenditore di pittura, ma l’orgoglio cittadino brilla negli occhi dei passanti che intervistiamo (c’è tempo di fermarsi, oggi i negozi sono chiusi). “Mi sono commosso. C’è tutta la gloria della nostra Vergine Santissima che ti viene incontro”, “Mi piaceva l’immagine di prima, ma pregherò anche davanti a questa bellezza dorata”. Alla Vergine Maria protettrice di Siena era già dedicata un’icona al Duomo in ricordo della battaglia di Montaperti, quando la città guidò con successo i Ghibellini contro i Guelfi capeggiati da Firenze. Ora è stata sostituita con un nuovo omaggio alla protettrice, di fattura ben più grandiosa e pregevole. Una pala d’altare realizzata nientemeno che dal maestro senese Duccio di Buoninsegna, un’artista venerato come una star e degno di lode indipendentemente dalla fede religiosa. Tale è la sua fama che la collocazione dell’opera è avvenuta tramite una impressionante e festosa processione, a cui il popolo ha preso parte in massa con canti e candele accese. Sul valore artistico i critici d’arte si sono già espressi in maniera inequivocabile “Il maestro ha dato vita a un gioiello inestimabile, forse lo ricorderemo come il suo capolavoro assoluto”, “C’è tutto il realismo dei volti e delle figure in cui Duccio eccelle, unito a una mirabile interpretazione dell’influenza di Giotto nella prospettiva e nei chiaroscuri. Per non parlare della cura dei dettagli”. La tavola è a due facce. Nella prima vediamo La Vergine con Bambino in trono contornata da una folla di santi e angeli su fondo oro. Sul retro sono rappresentate 26 Storie della Passione di Cristo, destinate alla visione del clero. Vi consigliamo di recarvi sul posto ad ammirare il risultato, non rimpiangerete la fatica del viaggio.
(09 giugno 1311)
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