A Siviglia, come a Cordova e Barcellona la popolazione è in festa. Il motivo non è soltanto la riuscita di una grande impresa, ma anche il sollievo per la sopravvivenza di un eroico navigatore. L’ammiraglio Cristoforo Colombo, il celebre scopritore di nuovi mondi al servizio della corona spagnola, ha finalmente fatto ritorno dalla prima esplorazione di quelle terre della cui esistenza è stato primo testimone. Mesi di navigazione (la partenza è avvenuta da Palos il 3 Agosto 1492) di pericoli, sacrifici, meraviglie. Tutto questo si evince dal suo aspetto provato, mentre rilascia le prime dichiarazioni “Uno dei momenti più memorabili è quando abbiamo navigato grazie ai venti alisei, con le navi rivolte verso il tramonto. Sembrava davvero di viaggiare davvero verso spazi mai toccati prima. Mi ha colpito la gentilezza e la cortesia della popolazione indigena dell’isola Guarahani, che credo chiamerò San Salvador. Miti e pacifiche. Anche la bellezza della Baia di Baiay (Cuba ndr) mi rimarrà nel cuore. Non ho però visto traccia della grande civiltà descritta da Marco Polo”. I momenti più difficili? “Diversi. Il giorno di Natale una delle nostre caravelle, la Santa Maria, si è arenata su un banco corallino e l’abbiamo persa. Ho promesso ai marinai che li riprenderemo nel prossimo viaggio. Sono seguiti attacchi da parte della tribù dei Canibi. La via del ritorno è stata un percorso allucinante, perché abbiamo viaggiato in linea col Capo di San Vincenzo…ignoravo che quella zona fosse colpita da tempeste così terribili!” Qualcosa da dire ai Portoghesi? “Grazie per averci accolti, nonostante l’inimicizia verso la Spagna”. Pare che il barile contenente il resoconto dell’impresa sia stato gettato in mare da Colombo durante le suddette tempeste, ma le prove materiali non mancano: oro, tabacco e… alcuni pappagalli. Ora, a Barcellona, lo attende un trionfale ricevimento dove sarà accolto niente meno che dai sovrani Isabella e Ferdinando.
(15 marzo 1493)
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